Si possono dire tante cose di Google e del suo ecosistema, ma sicuramente non si può dire che non offra ampie possibilità di promozione per le aziende. Abbiamo già visto cosa sono le campagne di ricerca Google Ads, ma sapevi che le tipologie di campagne sono ben otto? Oltre a quelle di ricerca, infatti, abbiamo le campagne Google shopping, quelle video di Youtube, le Performance Max, quelle App, le Smart, le Discovery e le campagne display: oggi vediamo insieme queste ultime. Andiamo!
Come funzionano le campagne display
Abbiamo visto come le campagne di ricerca si attivino nel momento in cui un utente compie una determinata ricerca su Google; questo significa che si tratta di utenti già “consapevoli” e interessati al prodotto o servizio che offri. Le campagne display, invece, mostrano i tuoi annunci su una lunga lista di siti web, sfruttando gli spazi pubblicitari messi a disposizione su di essi.
In questo caso, gli annunci si chiamano banner e includono diversi tipi di elementi multimediali, ovvero immagini, video e testi. Ti sarà sicuramente capitato di navigare sul web, aprire un sito e veder apparire, in alto nella pagina oppure da un lato, delle pubblicità: indovina un po’? Si tratta proprio delle campagne display!
Al contrario degli annunci di ricerca, quindi, le tue pubblicità non vengono mostrate a chi sta già attivamente cercando il tuo prodotto o servizio, ma vanno a “sorprendere” gli utenti che navigano in internet, senza nessun intento di acquisto. Ma non temere: anche per le campagne display Google offre diverse opzioni di selezione del target.
A ogni obiettivo il suo pubblico
A uno sguardo superficiale può sembrare che gli annunci delle campagne display vengano mostrati in modo quasi casuale su vari siti web, raggiungendo quindi un bacino molto ampio di utenti, che però comprende anche moltissime persone non interessate al tuo prodotto o servizio. In realtà la situazione è ben diversa: esistono infatti vari tipi di pubblico che puoi selezionare per le tue campagne, ognuno pensato per raggiungere un obiettivo diverso.
Ecco i vari tipi di campagna:
- Campagna di remarketing (o retargeting): scegliendo questa tipologia, il pubblico che si va a “colpire” è formato da utenti che hanno già interagito con il tuo sito web. In questo modo, gli annunci faranno rivedere il tuo brand anche dopo aver terminato la navigazione sul tuo sito, aiutando a farlo “entrare nell’occhio” (e nella mente) degli utenti. Puoi addirittura selezionare solo gli utenti che hanno compiuto determinate azioni o visitato una pagina specifica!
- Campagna con target per posizionamento sul sito: con questa tipologia, sei tu a scegliere su quali siti far apparire i tuoi banner, invece di lasciare che Google selezioni in autonomia quelli che ritiene migliori per il tuo annuncio. Richiede un po’ di tempo e selezione, ma ti permette di mostrare il tuo banner solo su siti pertinenti e di alta qualità.
- Campagna con target per interesse: qui hai la possibilità di selezionare il tuo pubblico in base a diversi fattori. Una volta scelta questa tipologia di campagna, esistono due varianti di pubblico: i segmenti di pubblico per affinità, ovvero quelli che appartengono a determinate “categorie” in cui Google li ha inseriti dopo aver valutato il loro comportamento online (ricerche, siti visitati, ecc), e i segmenti di pubblico in-market, cioè le persone che hanno già espresso in modo più o meno esplicito un’intenzione di acquisto, ad esempio cercando prezzi o recensioni per un determinato servizio o prodotto.
- Campagna con targeting contestuale: scegliendo questa tipologia di campagna, Big G analizza le parole chiave presenti nel tuo annuncio e sulla base di quelle seleziona i siti web su cui farli comparire.
- Campagna con targeting per argomento: in quest’ultima tipologia, chi crea la campagna ne seleziona l’argomento da una lista; Google si baserà su tale argomento per cercare siti pertinenti su cui mostrare il banner.
Creatività e identità
Ora che hai scelto l’obiettivo della tua campagna e il relativo pubblico, arriviamo al momento clou: la realizzazione del tuo banner. Puoi fornire a Google i tuoi banner già pronti, creati usando programmi di grafica esterni, oppure caricare le diverse “parti” di cui vuoi che il tuo annuncio si componga (testo, immagini, video) e lasciare che sia Big G a “combinarli” nel modo migliore per i diversi siti su cui verranno mostrati.
La seconda opzione ha una serie di vantaggi: ti fa risparmiare tempo, visto che non devi occuparti di “assemblare” la grafica finita, ma soprattutto ti dà la possibilità di far comparire il tuo annuncio su più siti e in più posizioni. L’importante è ricordarti di fornire a Google tutto il materiale necessario, soprattutto per quanto riguarda le immagini: includi diversi formati e dimensioni, in modo da avere sempre un contenuto pronto per ogni tipo di spazio pubblicitario presente sui diversi siti.
Anche se lasci fare a Google il lavoro di assemblaggio, tieni sempre a mente che sei tu a fornirgli tutti i componenti: fai in modo che immagini, testi e video rispecchino a pieno la tua attività e soddisfino il gusto dei tuoi potenziali clienti!
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